ROBERTO
CORTELLI è curioso verso ogni forma LIBERA che supporta e sostiene il miglioramento della qualità della VITA. “Il Mio Continuo Divenire” è
un viaggio all'interno del Sé più profondo ed intimo. Un'esperienza attraverso la quale migliorarsi e crescere nella consapevolezza. Tecniche, strumenti e riflessioni che hanno accompagnato ed
accompagnano il mio vivere quotidiano. È un insieme di passione, conoscenze, domande, riflessioni e proposte. È un manuale, un saggio, un ricordo alla gioia di essere padre. È il mio gesto d’AMORE e
di ringraziamento alla VITA! Nella cui sperimentazione intendo per LIBERA, quanto e quando ciò in cui si crede, si professa e si sostiene rende LIBERO SE STESSO e gli ALTRI di fare altrettanto. LA
MIA LIBERTÀ SI ESAURISCE DOVE INIZIA LA TUA! Per miglioramento intendo il necessario all'essere umano per sostenersi e crescere nell'equilibrio, nel rispetto di qualsiasi forma di vita e di pensiero,
nella consapevolezza che siamo di passaggio. Che abbiamo questo Meraviglioso Mondo in prestito dalle generazioni future, sulla fiducia e quindi abbiamo l’obbligo di riconsegnarlo almeno così come lo
abbiamo ricevuto. Voglio Augurarmi anche meglio. Possediamo solo la nostra INTENZIONE e la conseguente ESPERIENZA, Tutto il resto, è materiale … … è comunque transitorio. Per QUALITÀ DELLA VITA
intendo infine, ogni strumento COERENTE e CONGRUENTE che la millenaria esperienza umana conosce e contempla all'interno delle differenti filosofie, religioni, culture, scoperte ed evidenze
scientifiche, conoscenze della medicina occidentale ed orientale in un’informazione libera da interessi coinvolti nella divulgazione della stessa, aventi INSIEME l’UNICO SCOPO di rendere sostenibile
a lungo termine LA COESISTENZA EQUA, COOPERANTE e SAGGIA, con l'immenso patrimonio UNIVERSALE regalato di diritto alla nascita di ogni bambino come naturale conseguenza di un gesto d'AMORE. Ciò che è
materiale è uno strumento da utilizzare al meglio delle nostre capacità e restituire alla fine di questo viaggio chiamato vita. Gli strumenti non hanno propri pensieri, sentimenti, emozioni, ricordi.
Si usano, servono per aiutare a vivere meglio, tutti: acquisiscono l'intenzione di chi li utilizza. Quindi, non è la pistola ad uccidere ma il pensiero di costruirla, non è la
crescita (inevitabilmente decrescita altrove) ma l'equilibrio equo, non è il mio o il tuo: È IL NOSTRO. Ora riprendiamo a pensare a NOI e non esclusivamente all’“IO”, siamo solo un battito d’ali di
farfalla, qui e ora, prima e dopo la vita continua, lasciamo un buon ricordo del nostro passaggio; questo persegue il mio lavoro.
Video Kontatto Italia su YouTube: Video Kontatto
Italia - Bologna Kontatto Cafè
TRILOGIA del
MOVIMENTO (TEMPO)
Perché è
nata.
E’ nata, di fatto, al momento in
cui ho saputo di diventare Padre. E’ nata dall’esigenza (che ha alimentato ed alimenta tuttora) di ricercare una forza motivante nel concepire soluzioni differenti da quelle che “osservo” nella
maggior parte dei casi, nei contesti più diversi in quel mondo dove sperimento il tempo regalatomi. E’ nata dalla persistente incongruenza nonché la più palese ipocrisia che l’essere umano produce
nel manipolare il MESSAGGIO a favore del MESSAGGERO. E’ nata dalla volontà di ricercare e trasmettere opportunità più ampie, ecologiche e sostenibili a chi verrà dopo di me. Ed in ultimo, dal
rispetto verso quel meraviglioso DONO che ci è stato fatto con l’atto di ESSERE VITA!
Perché 3
libri.
Perché siamo condizionati da ciò
che definiamo “tempo” (in realtà eterno movimento nel solo PRESENTE), da quello che definiamo Passato, dal Presente e da ciò che tentiamo di anticipare senza mai riuscirci: il
Futuro.
Quindi, la mia trilogia parte da
questa errata interpretazione di base in cui “IL MIO CONTINUO DIVENIRE” si associa al Passato, “OMNIVERSO” al Presente e “SCUSATE …” al Futuro (che
è già Presente … … nei figli di TUTTI gli Esseri Umani), per percorrere sentieri sconosciuti dalla maggior parte dei nostri simili, sentieri che integrano anziché
dividere. Un’Integrazione capace di approfondire ciò che SIAMO e perché SIAMO qui, adesso. E secondo me ovviamente, cosa saremo!
Una trilogia nella quale il filo
conduttore comune è l’AMORE per la VITA a cui partecipo, è l’AMORE per la VITA in cui sono stato partecipe, è l’AMORE per la VITA che continuerà dopo che questa esperienza terrena avrà terminato il
proprio viaggio.
Di cosa
tratta.
Della VITA, dell’AMORE, del
condizionamento inevitabile (se non codificato/consapevole) della Comunicazione con il Sé, con i propri simili (TUTTI gli esseri UMANI e VIVENTI) ed il mondo in cui viviamo. Delle bugie raccontate,
delle parziali verità scoperte (tra l’altro alcune delle fonti a cui mi sono inspirato nelle mie ricerche, nel 2015 hanno visto assegnatogli il Premio Nobel per Alimentazione e la Chimica). Delle
false illusioni, del DELEGARE la propria esistenza in cambio di pochi spiccioli, di strumenti sempre meno utili che rendono schiavo l’essere in-umano rendendolo succube della paura e
dell’attaccamento. Dell’Ego, dell’IO, ma soprattutto parla del NOI: INSIEME!
Come lo
fa.
Attraverso l’esperienza in prima
persona. Osservando i fatti, i risultati, le interazioni a breve ed a lungo termine e, meno di tutto le parole. Da qualsiasi pulpito arrivino. Non è verità se questa diviene strumentale ad un
interesse. Quello che ho scritto l’ho vissuto, l’ho ricercato, l’ho tradotto, l’ho pagato sulla mia pelle e forse anche su quella di Jacopo (posso chiedergli scusa per questo, sebbene non lo
cambierei), l’ho chiesto ed infine l’ho ottenuto. Ed è il solo modo che conosco per rendere grazie all’UNIVERSO per ESSERE VIVO. Auguro a tutti Voi la Miglior Vita possibile.
Un ringraziamento molto particolare a coloro i quali attraverso un proprio contributo economico hanno reso possibile il
concretizzarsi di questo progetto: Lucia Ferioli, Angelo Cortelli, Cosimo Damiano Gigante, Mario Ferraresi, Oliver
Faldini, Katiuscia Sponsano, Giuliano Cortelli, Romana Giacobazzi, Francesca e Davide Lazzerini, Maria Di
Bari, William Sabattini, Marco Ascari, Massimiliano Canepa, Francesco Bardi, Massimo Costantini,
Larry Key, Loretta Carrari, Paolo Di Fiore, Maria Turzi, Lorenzo Bombaci, Ermes Bonzagni, Alessandra Pozzi, Andrea Luppi,
Daniele Lei, Mara Ferioli, Marisa Mazzoni, Antonio Sena, Alessandra Della Fonte, Filomena D'Agostino, Vilma Nati, Orietta Mezzadri. Un speciale GRAZIE alla competenza e consulenza editoriale
di, Franco Pilon e Giorgio Sangiorgi.
Lettera al Governo
Conferenza Nazionale sul Cambiamento Climatico
Caro
Presidente,
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna che sentono il dovere di dare un contributo, attraverso la condivisione di conoscenze e informazioni scientificamente corrette, per
superare le difficoltà poste dal cambiamento climatico nel nostro Paese.
Per
questo motivo abbiamo deciso di lanciare attraverso il sito energiaperlitalia un appello al suo Governo affinché i problemi dovuti
al cambiamento climatico vengano urgentemente discussi in una Conferenza Nazionale al fine di mettere in atto appropriati interventi di mitigazione e di adattamento.
Dopo
mesi di siccità, temperature ben più alte della media stagionale, ghiacciai che si sciolgono, foreste che vanno in fumo, chi può dubitare che il cambiamento climatico sia già oggi un problema che
colpisce duramente l’Italia? Il nostro Paese, collocato in mezzo al Mediterraneo, è uno dei punti più critici del pianeta in termini di cambiamento climatico, fenomeno globale dovuto principalmente
alle emissioni di gas serra causate dalle attività umane. L’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) prevede un aumento in frequenza ed
intensità degli
eventi estremi e incrementi della temperatura media per fine secolo ben superiori al valore di 2°C, obiettivo degli accordi di Parigi.
Non
è certo da oggi che si parla di cambiamento climatico in atto nel nostro Paese, ma solo un governo, nell’ormai lontano 2007, ha pensato di dedicare a questo tema strategico una Conferenza Nazionale.
Da allora la situazione è molto peggiorata ma, paradossalmente, si fa sempre meno per porvi rimedio. Eppure non c’è settore economico e sociale che non sia colpito (se non addirittura sconvolto) dal
cambiamento climatico: l’agricoltura, fortemente danneggiata dalla siccità; la sanità, che deve far fronte agli effetti diretti (canicola, inquinamento atmosferico) e indiretti (nuovi vettori di
malattie) che mettono in pericolo la salute della popolazione; il turismo invernale, che non può più contare sulla neve naturale, e quello estivo, danneggiato dalla erosione delle spiagge; il
territorio, degradato da disastri idrogeologici (frane, alluvioni) che hanno forti conseguenze sulla abitabilità e sulla viabilità; gli ecosistemi, devastati dal cambiamento climatico; le città che,
come Roma, hanno gravi difficoltà di approvvigionamento idrico.
In
altri paesi c’è una forte presa di coscienza sul problema del cambiamento climatico. Ad esempio in Germania un recente sondaggio pre-elettorale ha mostrato che circa il 71% degli interpellati è
preoccupato dal cambiamento climatico più che dalla possibilità che si verifichino nuovi attacchi terroristici (63%). In Francia, la notizia che le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno sono già state tutte consumate prima del 2 agosto (Earth overshoot
day) è stata riportata in prima pagina da Le Monde e commentata in un lungo video dal ministro della Transition écologique et solidaire, Nicolas Hulot.
Come
da molto tempo affermano gli scienziati e come è stato unanimemente riconosciuto nella Conferenza di Parigi del 2015, il cambiamento climatico è principalmente causato dall’uso dei combustibili
fossili che producono anidride carbonica e altri gas serra. In Italia, in media ogni persona ogni anno provoca l’emissione di gas serra per una quantità equivalente a sette tonnellate di anidride
carbonica.
Gran
parte di queste emissioni non possono essere addebitate direttamente ai singoli cittadini poiché sono l’inevitabile conseguenza di decisioni politico-amministrative errate, a vari livelli. Ad
esempio: le scelte urbanistiche (uso del territorio e localizzazione dei servizi) da parte dei comuni e delle regioni; le decisioni prese in tema di mobilità locale, regionale e nazionale che,
direttamente o indirettamente, favoriscono l’uso dell’auto; gli incentivi, diretti ed indiretti, alla ricerca, estrazione, trasporto (spesso da regioni molto remote) e commercio dei
combustibili fossili; la costruzione di infrastrutture superflue o addirittura inutili (autostrade, gasdotti, supermercati); la mancanza di una politica che imponga o almeno privilegi il trasporto
merci su rotaia; le limitazioni e gli ostacoli burocratici che frenano lo sviluppo delle energie rinnovabili; gli incentivi alla produzione e consumo di carne; la mancanza di una politica culturale
che incoraggi la riduzione dei consumi e l’eliminazione degli sprechi.
Nel
nostro Paese sembra che molti settori della politica, dell’economia e dell’informazione abbiano gli occhi rivolti al passato e siano quindi incapaci di capire che oggi siamo di fronte a problemi
ineludibili con cui è necessario e urgente confrontarsi: le risorse del pianeta sono limitate e limitato è anche lo spazio in cui collocare i rifiuti, l’uso dei combustibili fossili va rapidamente
abbandonato e altrettanto rapidamente è necessario sviluppare le energie rinnovabili.
Se
non si tengono ferme queste realtà, si finisce per procedere con decisioni scollegate e perfino contrastanti che non portano ad alcun risultato. Ad esempio, si afferma di voler diminuire
l’inquinamento e le emissioni di anidride carbonica e poi ci si rallegra perché aumenta il PIL grazie alle vendite di un numero di automobili maggiore del previsto. Si fanno convegni sull’economia
circolare e sulla sostenibilità ecologica e sociale, ma si continuano a progettare discariche e inceneritori, si chiudono le fabbriche di autobus e si incoraggia la produzione di SUV lussuosi e
potenti, vere icone del consumismo e delle disuguaglianze cha a parole tutti dicono di voler combattere. Ci si ostina ad estrarre dal nostro suolo e dai nostri mari quantità marginali di combustibili
fossili con l’impiego di un numero sempre minore di persone e si frena lo sviluppo delle energie rinnovabili capaci di portare molta occupazione nel settore manifatturiero. Se puntassimo seriamente
sulla messa in atto di una politica di mitigazione e adattamento climatico avremmo grandi benefici: aumento dell’occupazione, minori costi per emergenze e calamità naturali, minori spese sanitarie e
un miglioramento nella bilancia commerciale (minori importazioni di combustibili fossili).
Nella Strategia Energetica Nazionale e nei piani di sviluppo dell’ENI si parla della necessità di passare dall’uso dei combustibili fossili a quello delle energie rinnovabili, ma
questa transizione è collocata in un futuro non ben definito e comunque lontano, che sarà possibile raggiungere, si dice, solo aumentando il consumo di metano. Si parla anche della necessità di
sviluppare la produzione di biocombustibili, ignorando che nel settore dei trasporti si va verso un mondo “elettrico” perché l’efficienza di conversione dei fotoni del sole tramite la filiera che dal
fotovoltaico porta alle auto elettriche è almeno 50 volte maggiore dell’efficienza della filiera basata sulla produzione e uso di biocombustibili. Nel frattempo, mentre Volkswagen adotta lo slogan
“Think New” e lancia auto e miniautobus elettrici, osserviamo increduli che quella che era la “nostra” grande industria automobilistica (FCA) si ostina a produrre automobili tradizionali che fra non
molti anni saranno fuori mercato.
Bisogna anche rendersi conto che la transizione dall’uso dei combustibili fossili a quello delle energie rinnovabili, pur essendo una condizione necessaria, non è di per sé
sufficiente per mitigare il cambiamento climatico e tanto meno per costruire un futuro sostenibile. È indispensabile anche ridurre il consumo di energia e di ogni altra risorsa, particolarmente nei
paesi sviluppati come il nostro dove regna lo spreco. Attualmente, un cittadino europeo usa in media 6.000 watt di potenza, mentre negli anni ’60 la potenza pro capite usata in Europa era di 2000
watt per persona, corrispondenti ad una quantità di energia sufficiente per soddisfare tutte le necessità. La Svizzera nel maggio scorso ha approvato con un referendum un piano energetico per ridurre
i consumi pro capite da 6000 watt attuali a 2000 watt entro il 2050. Ci piaccia o no, anche noi saremo chiamati a mettere in atto misure di questo tipo. È anche importante capire che la riduzione dei
consumi non può essere basata solo su un aumento di efficienza delle “cose” che usiamo (automobili, condizionatori, lampade ecc.), perché in tal caso può verificarsi l’effetto rebound (rimbalzo): una
persona quando risparmia denaro per l’aumento di efficienza delle cose che usa è portata a spendere quel risparmio in altri modi, causando ulteriori consumi. Prima di puntare su aumenti di efficienza
delle “cose” che usiamo, è necessario diffondere una cultura della sufficienza per far sì che le persone diventino consapevoli dei vantaggi di vivere in un modo sobrio, riducendo l’uso delle “cose”
stesse. La sobrietà è uno degli elementi fondamentali per il successo di adeguate politiche di mitigazione e adattamento climatico.
Chiediamo ai colleghi delle Università e Centri di ricerca italiani e a tutti i cittadini che condividono quanto sopra riportato di firmare questo appello sul sito energiaperlitalia
per stimolare il Governo ad organizzare una Conferenza Nazionale sul cambiamento climatico e a mettere in atto i provvedimenti necessari.
Il
Comitato Promotore
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR
Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Enrico Bonatti, Columbia University, Lamont Earth Observatory, ISMAR-CNR
Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università
Carlo Cacciamani, Dipartimento della Protezione Civile Nazionale
Romano Camassi, INGV
Sergio Castellari, CMCC e INGV
Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università
Marco Cervino, ISAC-CNR
Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR
Sandro Fuzzi, ISAC-CNR
Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università
Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università
Micol Todesco, INGV
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università
Gabriele Zanini, ENEA-Divisione MET